Il mondo della gioielleria, è un settore in cui il nostro paese vanta un’eccellenza millenaria.
I nostri gioielli sono realizzati da abili artigiani orafi di Valenza e curati nei minimi particolari, dalla creazione alla rifinitura e incastonatura di pietre preziose mentre i diamanti provengono da accurate selezioni di lotti e da zone esenti conflitti.
Per garantire nel tempo lo splendore del proprio gioiello, si consiglia di farlo revisionare periodicamente da un orafo di fiducia.
Il mondo della gioielleria, con particolare attenzione a quello italiano, è un settore in cui il nostro Paese vanta un’eccellenza millenaria.
Gli oggetti più comunemente conosciuti sono anelli, bracciali, orecchini, collane.
Un anello è una fascia di metallo o altri materiali usato per adornare le dita delle mani, possono essere realizzati in diversi materiali e possono inoltre includere, incastonate, pietre preziose .
Nel corso dei secoli l’anello ha assunto funzioni diverse da quella principale di ornamento: come simbolo di uno stato sociale, come emblema di potere e autorità.
Oggi, tra i tipi di anelli più diffusi, ricordiamo l’anello di fidanzamento e la fede nuziale e l’anello celebrativo con cui sono premiati i vincitori di un campionato sportivo, tradizione particolarmente diffusa nel Nord America.
Il primo popolo a usare gli anelli furono gli Egizi, che saldavano agli anelli dei sigilli con geroglifici, anche molto grandi, e la cui funzione era di conferma dell’identità, tradizione che è proseguita fino quasi al XIX secolo.
Presso gli antichi Romani l’uso degli anelli era regolato dalla legge, e aveva lo scopo di distinguere le classi sociali.
Fin dal medioevo, il cerchio veniva usato come augurio di stabilità, sia nei matrimoni sia in araldica. Spesso agli anelli, soprattutto quelli con pietre preziose incastonate, si associano virtù terapeutiche, poteri di guarigione o maledizioni.
Nelle favole e nelle leggende popolari di molte culture, gli anelli sono spesso dotati di poteri magici. In senso più stretto, l’anello è anche simbolo di vita materiale e terrena.
Un braccialetto o bracciale è un articolo di gioielleria che viene indossato principalmente intorno al polso, in alcuni casi attorno alla caviglia e sono realizzati in metallo, a volte impreziositi da gemme, perle o altri elementi.
Nato originariamente come simbolo di potere sia politico che religioso, la sua origine risale all’Età del Bronzo; un semplice cerchio liscio in legno, fibre vegetali intrecciate con strisce di pelle, mentre i più ricchi e potenti se li facevano fabbricare in rame o in bronzo, sostituito poi dal ferro.
Gli Egizi e i Sumeri indossavano, anche alle caviglie, spessi cerchi decorati con immagini mitologiche, incisi con smalti e incastonati; mentre i Greci prediligevano i cordoncini o fili d’oro su cui infilavano coralli, perle e pietre preziose.
Gli Etruschi mettevano i braccialetti all’omero sinistro, abitudine che condividevano con gli orientali. Abili gioiellieri, gli etruschi crearono svariati modelli, composti di scaglie d’oro incernierate e arricchiti da inserti di avorio, ambra, vetro e corallo.
Celebre è il loro cosiddetto bracciale “chimera”: rigido, aperto e con due teste affrontate alle estremità, ancora di moda tutt’oggi. I soldati Romani, al braccio sinistro, avevano alti, lisci e piatti cerchi in oro, simbolo del valore militare, mentre i patrizi si distinguevano con bracciali più elaborati indossati rigorosamente al polso destro.
Di quel periodo è anche il bracciale “alla schiava”, con forma stilizzata di rettile arrotolato su se stesso, indossato esclusivamente dalle donne al di sopra del gomito.
Durante il Medioevo l’uso del braccialetto quasi scomparve, poichè la “moda” del tempo imponeva abiti a maniche lunghissime e già molto decorati ai polsi, con pizzi e spessi ricami.
Nell’Ottocento e i primissimi anni del Novecento, nell’Inghilterra Vittoriana nacquero i cosiddetti “charms”; l’uso deriva dall’abitudine materna di donare alla figlia appena “sviluppata” un braccialetto a catena, successivamente ad ogni ricorrenza, amici e parenti donavano alla fanciulla dei ciondoli, chiamati appunto charms, di varie forme e significati da appendere a quella catena. In molte zone dell’India, il tipo e il numero di braccialetti indossati da una donna indicano il suo stato coniugale.
Le collane sono usate fin da tempi antichi come ornamento, come amuleto e come segno distintivo di casta o di potere. Le prime collane erano costituite di conchiglie, vertebre di pesci o denti d’animali, sostituite in seguito da pietre levigate e frammenti di vetro colorato.
Con lo sviluppo delle tecniche orafe, si passò a materiali più preziosi (oro, perle, pietre dure, avorio, gemme, corallo, ecc.) e a forme sempre più elaborate.
Nelle tradizioni popolari la collana ha anche un valore magico, dovuto agli ornamenti che vi sono appesi o al materiale con cui questi sono fatti, spesso di chiaro valore protettivo.
In Egitto le collane recano fin dagli inizi il segno di un alto livello di fantasia artigianale e raffinati metodi di lavorazione. L’oreficeria greca produsse i più diversi tipi di collane, alternando a quelle flessibili con pendenti d’oro i semplici cerchi massicci, quella romana preferì collane di cammei, monete ed altre pietre preziose. Un’altra tipologia era caratterizzata da catene molto flessibili che scendevano fino ai fianchi.
Nel Rinascimento uomini e donne, come attestano anche i ritratti dell’epoca, indossavano collane e catene d’ogni tipo, ricche di placche, ciondoli, medaglioni e altri pendenti, giungendo all’oro, alle perle e alle pietre più svariate.
Nelle epoche successive le collane divennero più semplici, anche se non meno preziose, per mettere in risalto soprattutto la bellezza naturale delle pietre: in questa tradizione si inseriscono i cosiddetti “punti luce”, cioè sottili collanine in oro che reggono un castone, generalmente a griffe, di uno o più diamanti, di dimensioni raramente superiori al carato.
Dal Novecento sono arrivate le forme nei materiali e nella tecnica decorativa, con la nascita di quella categoria chiamata “Fantasia”, in modo tale che ogni modellista possa dare libero sfogo alla propria creatività.
Un orecchino è un pezzo di gioielleria indossato come ornamento dell’orecchio e sono generalmente attaccati alle orecchie tramite fori nei lobi, oppure mediante l’uso di clips, ne esistono di svariati tipi e dimensioni, limitate solamente dalla capacità del lobo dell’orecchio di sostenere l’orecchino senza lacerarsi.
Di origine antichissima, l’orecchino è presente in tutte le civiltà: presso gli egizi era un accessorio prevalentemente maschile, costituito da un cerchietto d’oro o d’argento decorato con pietre preziose. I greci preferivano esemplari a disco o a pendente, mentre i romani idearono il modello a grappolo di perle e i bizantini crearono nuove forme a fiore.
Le popolazioni primitive sudamericane lo adottarono come parte integrante dell’abbigliamento e gli attribuirono significati magico-religiosi.
Dopo un lungo periodo di decadenza tornarono sotto forma di perle a goccia e come ornamento esclusivamente femminile.
L’uso del diamante per questi gioielli si diffuse verso la fine del Settecento, mentre in epoca vittoriana riscossero notevole successo i modelli arricchiti da avorio e giaietto.
Quelli da uomo invece si rifanno a una tradizione già presente nel XIX secolo quando si mettevano all’orecchio sinistro nella marina mercantile inglese, mentre si mettevano nell’orecchio destro nella marina da guerra; sembra che portarlo all’orecchio sinistro fosse un simbolo anarchico.
Altre fonti sostengono invece che l’orecchino d’oro per i marinai aveva una valenza pratica, esso sarebbe servito a pagare le spese funerarie nel caso in cui il marinaio fosse morto lontano da casa.